Cento anni fa, nella primavera del 1917, Picasso era in viaggio tra Roma, Napoli e Pompei, insieme a Jean Cocteau, Léonide Massine e Sergej Diagilev. Ovvero, la squadra con cui con il cui padre del Cubismo stava lavorando a Parade, spettacolo a tema circense che avrebbe segnato la storia del teatro contemporaneo, con la coreografia di Massine, musiche di Erik Satie, scene e costumi di Picasso e con i Balletti russi di Diaghilev sul palco. Oggi proprio a Napoli e Pompei si celebra questa avventura italiana, che profondamente segnò l’evoluzione dell’arte del genio spagnolo, con una grande mostra in due sedi: il Museo di Capodimonte e l’Antiquarium di Pompei (fino al 10 luglio).
Parade, l’opera più grande di Picasso
Picasso e Napoli: Parade, come s’intitola la mostra-evento a cura di Sylvain Bellenger e Luigi Gallo, ruota intorno al sipario per Parade, l’opera più grande che Picasso abbia mai realizzato, una gigantesca tela – 17 metri per 10 – conservata al Centre Pompidou di Parigi che rarissimamente l’ha concessa in prestito. A Napoli è allestita nella sala da ballo dei Borbone, in un’atmosfera unica, tra luci soffuse, bianche e rosse che ricordano l’ambiente dei teatri.
In quest’opera Picasso ritorna al tema del circo, una delle sue passioni di sempre, ma qui si colgono anche richiami alla tradizione napoletana, dal presepe alle marionette al teatro popolare, e sullo sfondo della tela, quasi a dominare l’intera rappresentazione, ecco quel Vesuvio “che fabbrica tutte le nuvole del mondo” come Cocteau scrisse in una lettera alla madre durante il viaggio in Italia. Proprio per indagare il rapporto con la tradizione partenopea e l’impatto che la stessa teatralità, viva e spontanea, della città e dei suoi abitanti hanno avuto su Picasso sono arrivati a Capodimonte anche i bozzetti eseguiti dall’artista per il balletto Pulcinella (che andò in scena nel 1920 a Parigi con musiche di Stravinsky e coreografie di Massine), più alcune marionette e pupi della maschera napoletana dalla collezione Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte.
I costumi di Parade negli scavi di Pompei
Sempre nel 1917, Picasso visitò anche Pompei: il suo incontro diretto con l’antichità è uno dei temi della mostra all’Antiquarium, insieme alla passione dell’artista per la maschera. Nel museo, infatti, i costumi che l’artista disegnò per Parade sono messi a confronto con una raccolta di maschere africane e una selezione di reperti archeologici, tra cui un gruppo di maschere teatrali inedite, rinvenute nel sito archeologico più importante al mondo.
Sempre per evidenziare il confronto fra i riferimenti antichi e l’arte nègre a Pompei è arrivato anche il magnifico bozzetto del quadro manifesto del cubismo Les demoiselles d’Avignon.
E ancora, quest’estate, nel Teatro Grande di Pompei andranno in scena, il 27, 28 e 29 luglio, due balletti con la coreografia di Leonide Massine: Parade su musica di Erik Satie e Pulcinella su musiche di Stravinskij, entrambi interpretati dai primi ballerini, solisti e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
Intanto, a Napoli, le celebrazioni del viaggio di Picasso in Italia si allargano alla città con un fitto programma di eventi collaterali: tra concerti al Conservatorio San Pietro a Majella, performance (di Rosalba Quindici e Valeria Apicella) e proiezioni al Teatro San Carlo, che partecipa con filmati di due balletti realizzati dal Teatro dell’Opera di Roma, nel 2007, in occasione della serata Picasso – Massine.
Continua su Dove Viaggi.