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Oltre le simbologie. Erk 14 a Napoli

Posted on 06/01/201906/01/2019 by Fabio Pariante

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Palazzo Fondi, Napoli ‒ fino al 10 gennaio 2019 Le simbologie del quotidiano prendono forma nel tratto essenziale di Erk 14, in mostra a Napoli con la curatela di Federica di Lorenzo.

Erk 14, Opus 2 (perché tra tanti fiori proprio tu), 2018. Photo Alessandra Finelli
Erk 14, Opus 2 (perché tra tanti fiori proprio tu), 2018. Photo Alessandra Finelli

Le sale Vanvitelli in via Medina accolgono la ricerca artistica di Valerio Sarnataro (Carmagnola, 1986) aka Erk 14, il quale sottopone l’osservatore alla soluzione di una serie di rebus. A partire dal suo nome d’arte.
Una ricerca che, dettata dall’esperienza maturata negli anni in alcune agenzie di comunicazione di design e moda, si è concretizzata dal 2014 in qualità di artista. Opere in acrilico su carta e tela, con interventi stilizzati in monocromo, sono interrotte da alcuni lavori realizzati con differenti materiali, che vanno dal vetro al legno, dalle stoffe al plexiglass.
Attivo anche a Milano e Roma, tra filosofia e pop, l’artista espone opere tratte dalle serie Nepesh, in cui indaga la sua personalità inquieta alla perenne ricerca di risposte, e Matrice, in cui evidenzia il conflitto esistenziale dell’uomo contemporaneo. Cresciuto a Ercolano, alle pendici del Vesuvio, Erk 14 denuncia aspetti sociali e culturali attraverso il bianco e il nero, che esalta il contrasto, il dissidio per antonomasia improntato inevitabilmente a una scelta come evasione dallo status quo.

LE OPERE

Vaso (2017), Ragionare a tutti i costi (2018), Plinio il Vecchio e la pentola a pressione (2018) e Bombe (2018), questi ultimi missili di vetro trasparente che contengono fiori colorati, sono solo alcune delle opere disposte nelle quattro sale di Palazzo Fondi, restaurato da Luigi Vanvitelli. Tra le installazioni che rubano la scena dell’intera personale, un numero indecifrato di vestiti ammassati in una culla – da cui il nome dell’opera – testimoniano la vita di un individuo dalla sua nascita alla morte. È il tempo che passa. Alla base della culla, infatti, si intravedono tutine, scarpe da bambino – poi da adulto –, una divisa da lavoro, cappelli, un vecchio cellulare, fino ad arrivare alla cima, sulla quale un bastone di legno, quello della vecchiaia, conclude il “viaggio”.

Erk 14, Culla, 2018 (dettaglio). Photo Alessandra Finelli
Erk 14, Culla, 2018 (dettaglio). Photo Alessandra Finelli

IN CERCA DI RISPOSTE

Tra le principali mostre dell’artista si ricordano Network, la collettiva a cura di Serena Di Giovanni alla Galleria Fidia di Roma e Inside a cura di Pietro Tatafiore a 1 Opera Gallery di Napoli, con cui ha iniziato ad affacciarsi sul mondo dell’arte tra giochi di materia, forme e contrasti che pongono interrogativi su correnti culturali nonché politiche in epoca moderna. Icone e oggetti che, all’occorrenza, perdono il proprio significato originario per diventare simboli di provocazione e riflessione agli occhi del fruitore in cerca di risposte.

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