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Il tempo nella fotografia. Giorgio Cutini a Capri

Posted on 27/09/201827/09/2018 by Fabio Pariante

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Villa Lysis, Capri ‒ fino al 9 ottobre 2018. “Sequenze/Occasioni” è una raccolta di fotografie in cui Giorgio Cutini sorprende il tempo in quindici scatti analogici in bianco e nero e due a colori. Indagando il processo di visione e di riflessione attraverso il mezzo fotografico e cogliendone dettagli e sfumature.

Giorgio Cutini, Piena di te è la curva del silenzio, 2017
Giorgio Cutini, Piena di te è la curva del silenzio, 2017

La personale di Giorgio Cutini (Perugia, 1947) parte dal piano terra della villa costruita da Edouard Chimont a inizio Novecento per conto del poeta e conte francese Jacques Fersen, e prosegue al piano superiore, dove il bianco e il nero degli scatti contrasta i “colori capresi” della villa in stile liberty, un tempo La Gloriette, tra le più belle dell’isola e dal panorama mozzafiato sul golfo di Napoli.
Una prima parte della produzione è formata da una sequenza di fotografie in bianco e nero stenopeiche, in cui Cutini documenta la simbiosi tra l’uomo e la natura, mentre le occasioni, nella seconda parte, diventano fotogrammi di “attimi di vita recuperati” e del tutto inattesi. La mostra omaggia Italo Calvino con La città di Jo Kut (2010), Alberto Burri con Omaggio a Burri (1991) e Capri con la foto Villa San Michele (1985).

Giorgio Cutini, Ombra del vento, 2003
Giorgio Cutini, Ombra del vento, 2003

SCATTI E CHIRURGIA

Premio internazionale delle Arti e della Cultura 2008 del Circolo della Stampa di Milano, Giorgio Cutini è sì un fotografo, ma anche un chirurgo specializzato nelle nuove tecnologie e questo spiega, probabilmente, la scelta di cogliere i dettagli-ricordi in un unico soggetto come un ombrellone del 1987 in Occasione E1 e il mare in Ho comprato un pezzo di mare (1985), dove immortala, questa volta a colori, un pezzo di mare dal colore blu intenso. Si tratta di scatti, o meglio ‘frammenti’, che attendono di essere ricomposti dal fruitore di turno.
Come precisa la curatrice Marina Guida: “La mostra è un atto di vivisezione di realtà per mezzo della macchina fotografica e di foto istantanee (nel senso del fermare l’istante), e la ricomposizione di questa istantaneità, con un senso talvolta compiuto, talvolta incompiuto, per mezzo di due concetti apparentemente opposti – ‘sequenze’ e ‘occasioni’ – che vengono invece fatti interagire e che hanno la funzione ordinatrice e donatrice del senso dei frammenti di un tutto da ricomporre”.

UN FASCINO SINGOLARE

Una interazione che, definita nelle sfumature del bianco e del nero, presenta un fascino singolare in cui cogliere particolari e ricordi che altrimenti con il colore passerebbero magari inosservati, ma che senza dubbio raccontano la complessità del reale anche nelle piccole cose.

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