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Arte 2.0: Jacopo Prina in Sinapto geolocalizza la sua interiorità

Posted on 16/09/201429/01/2017 by Fabio Pariante

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Cosa hanno in comune Sinapto, società di consulenza e sviluppo di soluzioni IT e l’artista Jacopo Prina? Se è vero che “i colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni” (Pablo Picasso), allora anche l’arte impiegata per la ricerca dell’identità urbana, cambia in relazione all’ambiente di lavoro?

Secondo l’esperimento di Jacopo Prina sembra proprio di sì. Con evidenti riferimenti alle mappe Google, la sua arte ne ha tratto uno stile unico e originale: dalle reali coordinate urbane delle città, semplici e definite forme geometriche si intersecano in un unico piano di lavoro.

Una percezione visiva che a tratti richiama i colori pop di Andy Warhol in un esperimento di contaminazione tra arte e tecnologia. Per la prima volta infatti, per 15 giorni, la convivenza di Prina con gli impiegati e i clienti nella sala riunioni della società Sinapto di Milano, ha dato i suoi frutti: un acrilico su tela di 220×130 cm che per scelta di colori e dettagli, risulta particolarmente differente dalle precedenti produzioni dell’artista.

“Per Sinapto, l’obiettivo dell’esperimento – dichiara Emmanuele Fabris, Partner & Sales Director di Sinapto – è quello di rafforzare all’interno dell’azienda un messaggio che coltiviamo da anni. In una società come la nostra che si occupa di progettare e sviluppare soluzioni tecnologiche all’avanguardia, la cultura, la sensibilità all’arte e la creatività sono ingredienti essenziali quanto le competenze tecniche, analitiche e di mercato“.

Un trionfo di poligoni e numeri compongono un percorso inedito raccontato con colori vivaci e decisi che al primo sguardo coinvolgono lo spettatore.

“Nelle colorate geometrie dell’opera realizzata da Prina – conclude Fabris – si alternano spazi in cui gli elementi grafici si concentrano e si dettagliano con altri, in cui si individuano forme più semplici. In quelle linee ci sembra di poter riconoscere la logistica di un open space come il nostro, così come le architetture e i software che realizziamo o gestiamo quotidianamente“.

Un do ut des che per i collaboratori di Sinapto si è rivelata da subito un’esperienza piacevole non solo dal punto di vista professionale, ma ha anche consentito loro di avvicinarsi in modo originale alla creatività dell’arte contemporanea. Continua su Wired.

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